Grand Cru Classé Saint-Emilion
La storia di Cheval Blanc parte in verità da Château Figeac, di cui un tempo era parte: i vigneti che arrivano a lambire Château Pétrus vengono ceduti nel 1832 a m.eur Laussac-Fourcaud, e nel giro di pochi anni la qualità del vino prodotto al castello conosce una fama che sfiora il mito.
Alle Esposizioni Universali di Londra e Parigi del 1832 e 1867 Cheval Blanc viene infatti insignito di onorificenze che tutt’oggi campeggiano nobili in etichetta.
Nel 1998 la tenuta viene venduta all’imprenditore belga Albert Frère e a m.eur Bernard Arnault, presidente del gruppo LVMH; Arnault cede la sua quota nel 2009 proprio a LVMH, cui Cheval Blanc appartiene tutt’oggi.
Sono ben 45 gli appezzamenti ciottolo-argillosi che lo compongono, e 39 gli ettari di vigneto ubicati tra Saint-Emilion e Pomerol ove Cabernet Franc e Merlot crescono in splendida armonia: per un terzo Pomerol, per un terzo Graves e per un terzo tipicamente Saint-Emilion, ne emergono vini caratterizzati da una freschezza, un’eleganza, una corposità e una raffinatezza senza eguali. Lo stile di Cheval Blanc, riconosciuto fin dal 1954 con l’assegnazione di Premier Grand Cru Classé A dell’appellazione, viene poi ricalibrato ogni anno in funzione delle caratteristiche del millesimo lavorato in vigna e in cantina. La produzione media annua è di 6.000 casse.
Millesimo 2018
Le forti precipitazioni osservate nella prima parte dell’anno sono andate a costituire delle riserve idriche fondamentali per il ciclo della vigna nei mesi a seguire, tali da poter ottenere uve dagli acini concentrati, perfettamente maturi e dall’aromaticità complessa.
L’assemblaggio è di Merlot al 54%, Cabernet Franc al 40% e di Cabernet Sauvignon al 6%.
E’ un vino sublime, elegante e profondo, di colore rosso intenso. Al naso si apre con superbe note floreali e fruttate di fragola e violetta, quindi di frutti di bosco, rosa e lillà; a dominare sono poi aromi balsamici e speziati, di fave di cacao e pepe nero, che rimangono impressi tanto per la loro precisione, quanto per la loro freschezza. L’attacco in bocca è sontuoso e la ricchezza del tannino impressiona per la sua opulenza, svelando una tessitura raffinata, avvolgente e profonda che si estende su un finale interminabile, fresco e croccante. Serba un grande potenziale per la conservazione in cantina, da qui ai prossimi vent’anni almeno.