Château de Camensac 2015

Château de Camensac

5ème Grand Cru Classé, Haut Médoc

Camensac bisogna andare a cercarlo appositamente a Bordeaux, lasciarsi da parte i due assi medochiani principali, informarsi sulla strada da percorrere, procedervi senza serbare timore alcuno.

Si tratta di una tenuta forse più lontana dai riflettori rispetto ad altre, eppure la produzione non è certo meno degna di nota: se infatti la discrezione è di casa a Camensac, ove si respira nell’aria un’eleganza misurata e bucolica, il panorama circostante ci ricorda il tenore del luogo, con vigne che all’orizzonte tendono al vicino Saint Julien e fondono lo sguardo su Château Lagrange, Beychevelle e Gruaud Larose.

Il bordolese borghese Jacques Merlaut è alle origini della storia recente dello Château: uomo illuminato e appassionato, con l’amico di origini spagnole Enrique Forner inizia ad investire intensamente sul vino. Lui giungerà poi a fondare il potente gruppo Taillan, mentre Forner creerà Marques de Caceres, il riferimento mondiale della Rioja spagnola. A Forner, Merlaut propone di acquistare Camensac, ed ecco che l’insediamento della famiglia Forner risale al 1964, data a partire dalla quale l’intera struttura ha potuto beneficiare di un intenso e pervasivo progetto di rinnovamento.

La superficie copre 75 ettari impiantati per il 60% a Cabernet Sauvignon e un restante 40% a Merlot, con un’età media delle viti di 20 anni collocate su un suolo di Graves fini risalenti alla fine del Terziario ed inizio del Quaternario, ovvero di circa 2,5 milioni di anni fa.
L’affinamento a Camensac avviene in barrique di legno francese, dopo una vendemmia tradizionalmente effettuata a mano.
La natura, per quanto benefica, non è di per sè garanzia di una produzione eccellente, amano ribadire allo Château.

Millesimo 2015

Di colore rosso granato dai limpidi riflessi arancioni, quest’assemblaggio di Cabernet Sauvignon al 57% e Merlot al 43% svela aromi di cedro, ciliegia e cassis, di potpourri e liquirizia, di sentori erbacei, grafite e legno leggermente vanigliato.

Si tratta di un vino di medio corpo ben bilanciato, che molto gioca sull’esuberanza del frutto e che ne sa toccare le giuste note; in bocca è solido ed espressivo, con tannini ancora un po’ ruvidi che verranno sapientemente smussati nel corso del tempo.

E’ una bevuta che reca con sé una certa soddisfazione e che termina con un finale notevole, dalle ottime prospettive.