Château d’Yquem 2020

Premier Cru Supérieur
Sauternes

Unico Sauternes a potersi fregiare della Classificazione ufficiale del 1855, lo Château d’Yquem reca alle spalle una storia ancor più antica: si tratta infatti di una tenuta la cui cantina esiste sin dal Medioevo su territori appartenenti al Re d’Inghilterra, all’epoca anche Duca di Aquitania. La “Casa di Yquem” viene poi ceduta alla monarchia francese per uno scambio di territori, e affidata a Jacques de Sauvage nel 1593, di nobile discendenza. Già in questo periodo nella struttura vengono messe in atto pratiche vinicole peculiari, oltre che vendemmie tardive.

Nel 1785 il matrimonio che unisce l’erede dei Sauvage al figlioccio del Re dei Lur-Saluces fa confluire il castello a questi ultimi. Essi conservano la proprietà e la gestione del castello e delle vigne per secoli, affrontando alti e bassi e crisi di ogni sorta, fino all’avvento del Conte Alexandre de Lur Saluces: sotto la sua guida, una serie di innovazioni tecniche e rinnovamenti in vigna e in cantina consentono alla struttura di tornare a risplendere, tanto da suscitare l’attenzione del gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy) che lo acquista nel 1996, mantenendo Lur-Saluces alla direzione. Al suo pensionamento, è l’ex direttore di Cheval Blanc, Pierre Lurton, a prenderne il testimone, consegnando il castello verso un sereno futuro.

La fama di Yquem trascende i secoli: durante la sua visita, Thomas Jefferson definisce il Sauternes come “il miglior vino bianco di Francia e, al vertice di questi ultimi, vi è il nettare prodotto da Monsieur de Lur-Saluces.” Ne ordina così diverse bottiglie per sé stesso, senza mancare di aggiungerne qualcuna per il presidente statunitense George Washington.

Prodotto solo nelle annate ritenute meritevoli, si tratta di un vino che può raggiungere una longevità pressoché eccezionale, di cent’anni e anche più, mentre il colore dorato evolve verso sfumature caramello e il vino sviluppa complessi aromi secondari e terziari.

Millesimo 2020

L’annata reca un blend di Sémillon al 75% e di Sauvignon Blanc per il residuo 25%, con un residuo zuccherino di 135 g/litro, e si presenta di colore dorato pallido, trasparente ed elegante, con aromi di pesca bianca, lillà e caramello salato; vino di pieno corpo straordinariamente ricco al palato, denota una tensione impressionante e un’armonia altrettanto stupefacente. Fragranti note speziate emergono lentamente dal bicchiere, lasciando spazio anche a zenzero e mandorla, tè al gelsomino e zafferano; densamente stratificato ed esotico, conduce a un finale di persistenti nuance minerali e persino gessose. Sensuale ed affabile già in gioventù, saprà tuttavia svelarsi al meglio solo con il tempo, dal 2025 al 2065 almeno.