Château Ducru Beaucaillou 1982

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2ème Grand Cru Classé Saint-Julien

Tutto ebbe inizio il 30 Maggio 1720 nella chiesa di St. Julien de Reignac, quando l’ereditiera di una vasta proprietà vinicola Marie Depeau sposa lo stalliere Jacques de Bergerau.

Il vino gode di eccellente fama da subito, specie nella regione scandinava.

Ciò è testimoniato da documenti ritrovati negli archivi della municipalità di Bordeaux, nei quali si narra che, durante la Rivoluzione, una pistola ed una spada furono sequestrati al castello a visitatori provenienti da quelle terre.

Tra il 1797 ed il 1866 il grande mercante Bertrand Ducru nativo del Béarn, nel Sud-Pirenaico, acquista il castello e lo rinnova assieme al costruttore Beaucaillou.

La svolta nobile avverrà tra il 1797 ed il 1857, quando il barone August Ravez sposerà la figlia di Bertrand: Ravez era avvocato, pari di Francia, deputato della Gironda, Presidente della camera dei deputati, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Normale sostituire dunque in Parlamento il classico bicchiere d’acqua agli oratori con un bicchiere di buon vino del castello.

Classificato 2° Grand Cru Classé nel 1855, diventa proprietà dei mitici commercianti Johnston dal 1866 al 1928. Si deve infatti a Nat Johnston, a Ernest David e Alexis Millardet la messa a punto della poltiglia bordolese, efficace rimedio per curare la peronospera.

Dopo alcuni brevi e non fortunati passaggi di proprietà, si giunge infine della grande crisi al 1942, quando la Famiglia Borie acquista il castello. Oggi è Bruno Eugenio Borie a condurre le redini della proprietà.

Millesimo 1982

È il proprietario Bruno Borie stesso a raccontare che la vendemmia di quest’annata è durata per 16 giorni esatti a partire dal 16 settembre. Di colore rubino scuro, quasi inchiostro, il vino emerge vibrante dal bicchiere con generose note di conserva di Susine, torta Foresta Nera, pasticcio di carne, accanto a richiami di scatola di sigari, anice stellato, eucalipto, grafite, tabacco e caffé espresso.

E’ un vino di medio corpo ma che tende a una struttura solida, opulento e magnificamente maturo al palato, dai tannini finemente granulosi e un frutto tuttora giovanile. Potente eppur mai spigoloso, dal bouquet complesso, un Bordeaux davvero in tutta la sua gloria, un Saint-Julien magico.

Il finale si stende epico e interminabile, caratterizzato da spezie esotiche e frutti neri.

Da bersi dal 2020 al 2040 almeno, poiché il meglio deve ancora giungere.