Il catalogo GMF 2023

ENCYCLOPÉDIE FRANÇAISE DU VIN
DEUXMILLEVINGT-TROIS

SÉLECTION DES ESPÈCES

Il secondo capitolo dell’autobiografia enòica di Giulio Menegatti, la seconda parte di un viaggio eclettico e appassionato fra realtà e utopia.

«Beato l’uomo sfiorato dal vento dell’utopia»
ERNST BLOCH

BORDEAUX

IL SOGNO DEL BORDEAUX

Bordeaux: in una parola un mondo. Per gran parte del pianeta un modello. Bordeaux, che desidera togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Per molti un vino che avrebbe dovuto scomparire, per essere relegato a un universo di investitori e di speculatori.
Forse bisogna essere cronisti appassionati, forse malati di etichette dal fascino retrò – oppure entrambe le cose -, di certo chi entra senza pregiudizio nel mondo dei Grand Cru Classé stabilirà con questa regione un legame indissolubile per il resto dei suoi giorni liquidi.

LE DENOMINAZIONI PRINCIPALI

Entre-deux-mers
Una distesa a forma di triangolo compresa tra la Dordogna e la Garonna. I bianchi sono secchi, floreali, freschi. I rossi semplici e fruttati.
Les Côtes de Bordeaux
Si tratta di un insieme che comprende cinque appellazioni, quasi tutte collocate lungo le coste della Dordogna e l’estuario della Gironda. I vini rossi possono essere molto gourmand e rivaleggiare con i St. Émilion.
Les Libournais
Le denominazioni poste a ridosso della cittadina di Libourne, ovverosia Fronsac e Canon, producono vini carnosi e profondi. Presentano infine delle attitudini simili ai Pomerol per quanto concerne la capacità di invecchiare

I satelliti che circondano St. Émilion (Montagne di St. Émilion, St. George ecc) elaborano vini simili ma meno fini. La denominazione Lalande-de-Pomerol presenta dei progressi significativi grazie a dinamici e giovani vignerons. St.Émilion ha stoffa e classe da vendere. Alcuni Châteaux di questa cittadina sono in grado di presentare vini di grandissimo corpo, maestosi nel bouquet e in grado di invecchiare per decenni.
Médoc e Haut Médoc
La denominazione Médoc si colloca a Nord di Saint Estèphe, mentre
Haut Médoc copre vaste zone a sud di Blanquefort. Inevitabile
una varietà di stili e di qualità eterogenea. Tuttavia alcuni Cru
Bourgeois si manifestano con vini di qualità eccellente.

SAUTERNES

CHÂTEAU de FARGUES, CHÂTEAU GUIRAUD

Se visiterete uno Château a Sauternes, il proprietario vi racconterà la storia di un signore che decise di vinificare le uve sovramature nonostante un aspetto ben poco invitante. Alla quinta visita avrete un po’ di confusione: ognuno racconterà la propria storia, assicurandone la veridicità. Appare evidente che, oltre al saper essere e saper fare del produttore, il mosaico del sottosuolo e il fattore meteorologico contribuiscono in maniera decisiva a dare a ciascun Château la sua personalità. Un solo bicchiere per piede di vigna: in un’epoca impaziente, dove la finanza vorrebbe decidere anche il tempo della natura, produrre vino di Sauternes può apparire una stravaganza. Alexander de Lur Saluces, da oltre 50 anni al servizio dei vini della regione, da Yquem a Fargues, vi offre una immersione
nel mondo di questo vino, frutto dell’opera dell’uomo e miracolo della natura. A Château Guiraud, invece, Xavier Planty, Robert Peugeot, Stephan Von Neipperg e Olivier Bernard vi faranno scoprire che mescolando le competenze il risultato cambia.

CAHORS

Collocato nella zona denominata Haut-Pays, il villaggio di Cahors fu oggetto di occupazione da parte di una tribù di galli denominati Cadurci. Era un popolo migrante proveniente dalla Germania che qui si insediò tra il VII ed il VI secolo a.C.; “Cad-or-ci”, ovverosia coloro che vivono sui bordi del bel fiume – il riferimento è possibile sia rivolto al fiume Lot. Divenuta poi regione gallo-romana, il nome passò da ‘Civita Cadurcorom’ all’attuale ‘Cahors’. I romani apportarono molti benefici: l’acquedotto, le terme, l’anfiteatro e numerose ville private. Nel periodo della cattività Avignonese, il nativo della cittadina, Papa Giovanni XXII (al secolo Jacques Duèze 1249-1334) la ricoprì di molti benefici, tra i quali la coltura della vigna per la produzione del famoso Châteauneuf-du-Pape. Oggi, la zona è sollecitata da una nuova generazione di vignerons, il vino rosso è esaltato dal Malbec; la ricerca di maggiore profondità e di un frutto più esaltato sia dalla parte del terroir che da quella vegetativa stanno attraendo molti appassionati.

Château Lagrézette

È il castello faro della denominazione, ed anche la vera star. Acquistato nel 1985 dall’uomo d’affari Alain Dominique Perrin, ex presidente di Cartier, oggi è il principale innovatore e promotore del Cahors: oltre a circa 82 ettari di vigna splendida, può esibire un castello del XV secolo perfettamente restaurato. Le torri dai tetti spioventi, le piccionaie simbolo della proprietà, il parco perfettamente curato, tutto concorre ad assicurare un’immagine – e una prospettiva – splendida a questa azienda. Non serviranno degli anni per apprezzare questo vino. Egli già si presenta con note di fragola, ciliegia e lampone, il tutto con un finale leggero di vaniglia.
Sollecita il palato con una setosità e una materia ampia e generosa. Nel finale gioca bene tutte le sue carte, esprimendo una potenza notevole.

MADIRAN

Madiran è un comune francese di 469 abitanti situato nel dipartimento degli Alti Pirenei nella regione dell’Occitania, 40 km a nord di Tarbes, ai margini deldipartimento dei Pirenei Atlantici. Il suo territorio di 15 km² appartiene alla regione naturale e stor ica della Guascogna, che occupa le colline che dominano un anello formato nella valle dell’Adour. Già occupata durante l’antichità romana, la località si sviluppò a partire dall’XI secolo con l’istituzione di un priorato e il suo destino fu presto legato a quello dei suoi vigneti, piantati da oltre un millennio.

Della serie, piccolo è bello! Un consiglio: arrivate quando il sole è ancora alto in cielo, potreste pensare di esservi sbagliati. Madiran ha meno di 500 abitanti, il primo centro abitato degno di tale nome è a 30 chilometri (Pau), il resto è collina, scarpate incolte e vigne curate, a fare da contrasto a un insieme selvaggio. Il vitigno principe impiantato si chiama Tannat, nome che deriva dall’alta concentrazione tannica delle uve e dal loro carattere difficile da domare. D’altronde è terra occitana, dove Mori e benedettini si sono incontrati e scontrati.

ALAIN BRUMONT

Un uomo, da solo, ha saputo dare impulso e un’eco mondiale a tutta la
regione: Alain Brumont. Vale la pena ricordare che il grande Michel Bettane qualche anno fa sulla RVF lo salutò come l’uomo che in soli quarant’anni era riuscito a creare vini-mito riconosciuti in tutto il pianeta: Montus Prestige, Montus, La Tyre, Bouscassé.
La storia inizia con un mulino restaurato, la vendita, un debito con la banca per il doppio del suo valore con cui acquistare Château Montus. A seguire l’incontro, sotto la pioggia, con Philippe de Rothschild a Mouton, il solo a dargli credito. Ripartirà bagnato ma con quattro barrique vuote, che in pochi anni diverranno un paio di migliaia. La regola è semplice: nessun compromesso con la verità delle uve e del territorio, una verità supportata da intuizioni e innovazioni.

JURANÇON

Jurançon è un comune francese di 7.287 abitanti situato nel dipartimento dei Pirenei Atlantici nella regione della Nuova Aquitania. Appartiene, da sempre, alla regione storica del Béarn.
Jurancon è uno dei sobborghi di Pau, 84.453 abitanti, capitale dei Pirenei Atlantici, città d’arte, celebre soprattutto peril suo castello, che fu residenza dei conti di Foix. Qui nacque Enrico IV, colui che convertendosi al cristianesimo pronunciò la famosa frase: «Parigi val bene una messa». In questa zona, con vista Pirenei ,la viticoltura iniziò grazie ai Romani, sin dal tempo di Augusto Imperatore.

BORGOGNA

DATI TECNICI

La Borgogna si presenta come un puzzle geologico e umano senza paragoni. Il legislatore ha ritenuto di riconoscere e preservare questo mosaico complesso grazie a una gerarchia chiara e di facile lettura. Così operando, non si corre il rischio di perdersi nel dedalo complesso che ciascuna delle differenti denominazioni crea, e che può far perdere l’orientamento, sia che ci si possa dichiarare esperti o neofiti; ogni denominazione è infatti inserita nei vari comuni e a loro volta intersecate nei Clos dai nomi ancestrali. In totale 33 Grand Cru ripartiti tanto a sud quanto a nord.

AOC Regionali
AOC Regionali con aggiunta delle denominazioni:
Auxerre, Chitry, Tonnerre, Vézelay
AOC Comunali, il 31% della produzione:
Irancy, Saint-Bris, Petit Chablis, Chablis
Denominazione Premier Cru: vini superiori,
il nome della vigna si aggiunge a quello del villaggio.
Denominazione Grand Cru: sono le vigne migliori.
In etichetta si scrive solo il nome della vigna.

Meursault
Fascino, rigore, ferrea regola e abbondante generosità. Muris Saltus(bosco del topo), Muris Altus (alti muri) oppure Marensalix, salice maschio, eccellente legno per le palizzature delle vigne.

Charmes
Affonda le sue radici in un suolo calcareo ricoperto da piccoli ciottoli; il clos che recinta la casa di Jean-Marie Bouzereau trasuda dell’essenza di questo bianco, a tratti opulento e a tratti finissimo.
Puligny-Montrachet
Una piccola piazza, poche vie che a raggiera vanno verso la statale, e piccole case di pietra dorata. Il nome deriva da “Puli-niacum”, palude fangosa. Les Folatières, con esposizione est-sud-est, offre vini floreali, ricchi, pieni e avvolgenti.
Nuits-Saint-Georges
Della Côte de Nuits è il villaggio più popolato, oggi conta circa 6.000 abitanti. Si tratta di una Borgogna rustica, capace di durare nel tempo come rari vini di questa regione. Il suo dna è la stringente e stringata nota calda e avvolgente.
Vosne-Romanée
Santuario della qualità, qui troviamo alcune delle vigne più famose al
mondo. Nel IV secolo il borgo aveva il nome di Vaona, cosi è citatanelle cronache dell’abbazia di Bèze. Deriva dal germanico Wad, che dà origine al latino “vadun”, cioè guado.
Chassagne-Montrachet
Il villaggio di Chassagne è situato a sud della Côte de Beaune, tra Puligny, Montrachet e Santenay. Gode di una esposizione sud-sudest. Le vigne sono impiantate sia a Pinot Nero che a Chardonnay.Il Clos Saint-Jean ed il Morgeot sonoconsiderati i Premier Cru più solidi e vigorosi.

BORGOGNA

  • Domaine Labruyère

    Romanèche-Thorins, Cru du Moulin-à-Vent
  • Domaine Devillard

    Côte Chalonnaise
  • Château de Chamirey

  • Louis Picamelot

    Crémant de Bourgogne
  • Domaine Lamy-Pillot

    Saint-Aubin, Chassagne
  • Jean-Marie Bouzereau

    Meursault, Puligny-Montrachet
  • Séguin Manuel

    Gevrey-Chambertin
  • Domaine des Perdrix

    Nuits-Saint-Georges

Domaine Jacques Prieur

Dal 1868 il Domaine Jacques Prieur detiene uno dei più rari mosaici di terroir della Borgogna. Oggi è certamente il solo a possedere vigne sulle più grandi appellazioni in Côte de Beaune come in Côte de Nuits: Chambertin, Musigny, Clos de Vougeot, Echézeaux, Corton, Meursault, e ancora Montrachet. A tutto questo straordinario patrimonio si aggiungano tre prestigiosi Monopole.

il Domaine è installato a Meursault dal XIX secolo, conta 21 ettari di vigna, 11 in Pinot Nero e 10 in Chardonnay. Jacques Prieur è la sola azienda vinicola a poter proporre vigne in proprietà su di un terzo di tutte le denominazioni Grand Cru della Borgogna. In sintesi 10 appellazioni Grand Cru e 14 appellazioni Premier Cru tra Pinot Noir e Chardonnay.

DJP

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